Andrea Gehri, la ceramica è solo un punto di partenza
Andrea Gehri, la ceramica è solo un punto di partenza
«Mi aspetto cambiamenti epocali dal punto di vista della sostenibilità ambientale. I giovani? Non deve mancare loro il “fuoco sacro”».
Che sia grazie alla lunga esperienza nell’azienda di cui è direttore, la Gehri Rivestimenti SA, o a quella dietro la scrivania principale della
Camera di Commercio del Canton Ticino (Cc-Ti), di cui è invece Presidente, Andrea Gehri ha senza dubbio il polso della situazione economica di un territorio che storicamente regala numerose opportunità a livello imprenditoriale. Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo, per capire ancora meglio lo scenario presente e gli orizzonti futuri del Cantone.
Partiamo dalla sua azienda, Gehri Rivestimenti: qual è la sua storia e quali sono le evoluzioni attuali e le prospettive legate a quello che verrà?
L’azienda è stata fondata da mio padre nel 1970, io sono entrato nel 1986 e ora siamo alla terza generazione: in questi 54 anni ci siamo distinti nel settore dei rivestimenti senza limitarci alla ceramica ma portando le nostre competenze verso altri rami del mercato, come quelli legati alla pietra naturale. La nostra visione ci porta a compiere il nostro lavoro nel modo più specializzato possibile, con un’attenzione al cliente che parte dall’accoglienza nello showroom e passa poi per la consulenza e la scelta del prodotto, per la lavorazione del materiale e per la posa in opera, fino ad arrivare al servizio post-vendita. Il segreto del successo non sta nell’ampliare senza criterio il proprio raggio d’azione, ma individuare il proprio core business e svilupparlo al meglio, in chiave futura, con investimenti mirati. Noi, ad esempio, abbiamo un laboratorio con i più moderni macchinari per la lavorazione dei materiali, da quest’anno abbiamo anche una nuova fresa a cinque assi, completamente automatizzata, che lavora in modo autonomo sui disegni e sull’implementazione digitale. Continuare ad evolversi è fondamentale per distinguersi nel settore.
Qual è la dimensione dell’azienda nel panorama del settore artigianale?
Gehri Rivestimenti è un’azienda da circa ottanta dipendenti, se pensiamo che nel settore, in Svizzera, la media è di tre-cinque dipendenti è facile capire la portata della nostra realtà. Da una parte ciò ci rende orgogliosi, dall’altra ci porta davanti a responsabilità sempre più grandi e a una gestione inevitabilmente più complessa. Il focus però resta l’identità artigianale, una qualità che sviluppiamo con passione, competenza e capacità di poter realizzare opere con le proprie mani.
Quali sono i trend del momento e gli sviluppi futuri del settore?
Sulle tendenze del momento influiscono non poco le evoluzioni del settore: basti pensare al fatto che fino a pochi anni fa una ceramica da 30×60 centimetri era considerata di grande formato, mentre oggi lavoriamo con ceramiche da 320×160! Difficile dire dove si arriverà, ma le ultime innovazioni, soprattutto a livello tecnologico, consentono di legarsi alle tendenze stilistiche del momento e di creare opere di enorme pregio che non hanno nulla da invidiare, ad esempio, al marmo o al legno. Non a caso va molto di moda l’imitazione di pietre naturali di grande valore, come il marmo Calacatta tipico di Carrara: con la ceramica si possono creare rivestimenti eccezionalmente simili. Per quel che riguarda il futuro, invece, mi aspetto cambiamenti epocali dal punto di vista della sostenibilità ambientale: si va verso impianti a impatto zero, capaci ad esempio di sfruttare le proprietà dell’idrogeno per non produrre le emissioni inquinanti, e più in generale verso un’industrializzazione sempre più sensibile alla questione ambientale.
Allargando il discorso al futuro del mondo dell’impresa, come descrive le prospettive in tal senso, parlando da Presidente della Cc-Ti?
Le nuove generazioni sono sempre più sensibili a temi ambientali e sociali, noi che siamo arrivati prima dobbiamo saper accogliere le loro richieste. Si parla tanto della prospettiva di non avere più manodopera qualificata, per fare un esempio: per evitare difficoltà dobbiamo capire le esigenze delle persone che si affacciano al mondo del lavoro, cogliendo il cambiamento globale di mentalità e adottando misure specifiche. I giovani, al giorno d’oggi, hanno sicuramente delle priorità diverse e forse – lo dico non in senso negativo, ma come semplice constatazione personale – tendono a rischiare un po’ meno dal punto di vista imprenditoriale. È chiaro che si tratti di un discorso generale, dobbiamo comunque considerare che ricchezza del nostro panorama economico sta proprio nella possibilità di coniugare mentalità più tradizionali e il pensiero attuale. Fare impresa presuppone in ogni caso forte motivazione, capacità di affrontare varie problematiche, preparazione nel settore in cui si investono tempo e denaro. Come Camera di Commercio stiamo lavorando
molto in tal senso, oggi come in passato le opportunità ci sono, ma ci vuole estrema determinazione per avere successo. Il cosiddetto “fuoco sacro” non deve mancare.
Da sempre il Ticino è terreno fertile per opportunità d’impresa: quanto stanno pesando, però, i momenti di crisi economica a livello globale?
L’economia del Ticino continua a funzionare, d’altra parte stiamo parlando di una regione di 354mila abitanti che dà lavoro a 240mila persone, una percentuale elevatissima. La nostra economia è estremamente differenziata e agile, e ha saputo resistere all’impatto della pandemia, all’aumento dell’inflazione e alle conseguenze degli eventi bellici in Ucraina e Medio Oriente.
Le aziende ticinesi hanno reagito in modo compatto, trovando soluzioni e spingendo sull’innovazione: questa è una chiave importante per resistere a periodi di crisi prolungata come quelli che il mondo vive attualmente, perché non dobbiamo dimenticare che dal 2020 in poi si sono susseguiti eventi negativi anche molto vicini che hanno avuto il loro impatto, in alcuni casi molto pesante, sull’economia non solo del Ticino e della Svizzera, ma di tutto il mondo.
Alla luce di tutto ciò, che consiglio darebbe a chi vuole fare impresa?
Semplice: chi fa impresa deve poter partire da un sogno e tramutarlo in realtà, con passione e determinazione!
Articolo tratto da Tutto Immobiliare #2, Marzo 2024