Diversi

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10 Dicembre 2024

Articolo tratto da Forbes – Speciale economia e aziende della svizzera italiana

L’economia del Canton Ticino sta affrontando alcune sfide, ma ci sono anche segnali di opportunità e di positività. Partiamo dall’analisi delle finanze pubbliche che soffrono per i continui disavanzi e crescita della spesa pubblica che, senza interventi strutturali importanti e incisivi atti al contenimento e al ritorno in equilibrio, costituiranno anche per l’economia privata una zavorra e un handicap destinati a incidere negativamente sull’evoluzione del tessuto economico ticinese. In particolare, conti pubblici contraddistinti da continui disavanzi incidono pesantemente:

  • sulla riduzione degli investimenti per infrastrutture e servizi pubblici, il che potrebbe rallentare lo sviluppo economico del cantone e influire negativamente sulla qualità di vita dei cittadini;
  • sull’aumento del debito pubblico che in Ticino potrebbe superare i 2.7 mia. di Chf. entro la fine del 2024, aumentando il carico finanziario futuro e limitando la capacità di Cantone e Comuni di finanziare nuovi progetti infrastrutturali;
  • nel varo di misure di austerità per riequilibrare i conti e quindi indurre il governo ad implementare tagli importanti e dolorosi alla spesa pubblica, oltre che pensare ad aumenti di tasse e imposizioni fiscali. Tutte misure che possono impattare negativamente sul potere d’acquisto delle famiglie e sulla competitività delle imprese locali;
  • sulle PMI, le piccole e medie imprese che costituiscono una parte significativa dell’economia ticinese, potrebbero risentire delle misure di austerità e della riduzione degli investimenti pubblici, con possibili ripercussioni sull’occupazione e sulla crescita economica;
  • sulla crescita economica determinata da una situazione finanziaria instabile che potrebbe creare un clima di incertezza, scoraggiando gli investimenti privati e influenzando negativamente la fiducia dei consumatori e delle imprese.

Risulta pertanto irrinunciabile poter disporre di conti pubblici in equilibrio, sani e che possano promuovere gli investimenti pubblici e privati, senza gravare eccessivamente su cittadini e imprese. Si impone quindi una radicale, approfondita e, a questo punto, imprescindibile analisi dei costi e dei compiti dello Stato, affinché non inghiottano risorse e mezzi sproporzionati e ingiustificati. Ma questa revisione dei compiti non può più venir procrastinata, costituisce un’urgenza assoluta e dev’essere la prima priorità sull’agenda politica del governo e del gran consiglio. Le nostre aziende, se confrontate con disavanzi tali, sono obbligate ad intervenire e trovare misure di contenimento, pena il fallimento. Lo Stato preleva imposte e grava sul bilancio dei cittadini e delle imprese. Lo Stato dev’essere al servizio del cittadino e delle imprese, ponendosi con efficienza e razionalità alle esigenze comuni e non determinarne un ostacolo invalicabile, addirittura ingombrante. Nonostante queste difficoltà che, purtroppo incidono già ora negativamente sul tessuto socioeconomico del Canton Ticino, vi sono anche iniziative in corso per sostenere l’economia attraverso l’innovazione, la tecnologia e l’intelligenza artificiale che costituiscono con certezza i motori per migliorare l’attrattività economica del nostro Cantone in futuro. L’economia in Ticino è parecchio diversificata, agile e con eccellenze di primo piano che ha le proprie carte da giocare, affrontando le sfide con determinazione e fiducia nel futuro, innovando e cercando di crearsi nuove opportunità. Vi sono esempi di aziende e settori economici che dimostrano una capacità di adattamento alle situazioni e alle sfide a loro poste che val la pena di citare. Il settore della finanza, per esempio, rimane uno dei pilastri dell’economia ticinese e, anche se ha dovuto adattarsi a nuove regolamentazioni e conformarsi ad un contesto economico globale ostile, ha dimostrato di aver affrontato con il giusto piglio la sfida, stabilizzando e rivitalizzando un settore che ora guarda al futuro con maggior ottimismo. Il turismo è tuttora un settore chiave nel nostro panorama economico e si appresta ad affrontare nuove sfide legate alla diversa mobilità e alle mutate abitudini della clientela nazionale e internazionale. L’industria manifatturiera è una certezza in Ticino e, nonostante le sfide che pongono le mutevoli e preoccupanti situazioni geopolitiche internazionali e la forza del franco svizzero, contribuiscono in modo significativo al benessere della nostra regione. La produzione di alta qualità e l’innovazione sono punti di forza imprescindibili. L’industria dei settori della medicina costituisce da anni ormai un fattore di successo della nostra economia. Vi sono realtà ed eccellenze di livello internazionale che hanno i loro quartieri generali in Ticino e sviluppano le loro strategie e modelli di business da noi. Negli ultimi anni, inoltre vi è stata un’accelerazione e crescita significativa nei settori tecnologici legati alla scienza della vita e al lifestyle che hanno creato importanti e ben remunerati posti di lavoro in Ticino. La strategia ora, di far crescere, le competenze attraverso il futuro Swiss Innovation Park, parco dell’innovazione ticinese, che promuoverà con il sostegno della scienza universitaria, del Cantone e dell’economia locale lo sviluppo dei settori economici poc’anzi citati, rappresentano delle opportunità di crescita importanti per il nostro Cantone. Attraverso l’innovazione e la tecnologia si curano pure la crescita sul territorio di startup che, nonostante le difficoltà del mercato, hanno conosciuto un discreto successo e sono destinate a crescere ulteriormente, rendendo il Ticino un luogo ideale per nuove imprese. Non vorrei inoltre dimenticare il ruolo determinante delle PMI (piccole medie imprese) sul territorio, che rappresentano la spina dorsale dell’economia ticinese. Oltre 39’500 imprese in Ticino sono costituite dalle cosiddette PMI che lavorano costantemente in diversi settori economici (artigianato, edilizia, servizi, turismo, gastronomia, commercio al dettaglio, ecc.) per offrire prodotti e servizi di ogni genere. Queste aziende sono determinanti per l’economia ticinese, dove anche loro saranno confrontate con temi quali l’innovazione, la tecnologia per mantenere e migliorare la competitività sul mercato. Termino queste mie considerazioni con un auspicio affinché si possa far affidamento in futuro su finanze sane ed equilibrate a livello pubblico, condizione essenziale affinché anche l’economia privata possa crescere e generare valore, posti di lavoro e opportunità di occupazione per i nostri giovani sul nostro territorio.

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24 Ottobre 2024

La Gehri Rivestimenti SA è orgogliosa di far parte dell’Associazione Impresari Piastrellisti svizzera e, naturalmente, ticinese. Quest’anno l’ASP ha cambiato completamene la sua immagine e ufficialmente dall’agosto 2024 la sua denominazione unificata per tutte le regioni della Svizzera è divenuta Ceruniq. Volete saperne di più? Allora leggete il contributo di Ceruniq che segue.

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30 Settembre 2024

Affascinato dalla vita di cantiere fin da piccolo, Andrea Gehri ha saputo coltivare la sua professione nel rispetto dell’arte paterna. Dopo i primi anni passati dietro una scrivania, in giacca e cravatta, ha deciso di rimettersi in gioco portando a termine l’apprendistato di piastrellista. Una carriera costruita e pensata nel dettaglio, quella dell’imprenditore sessantenne originario di Cureggia, che grazie alla sua curiosità e intraprendenza non ha mai avuto timore di sperimentare e che oggi, oltre a essere alla testa dell’azienda famigliare Gehri Rivestimenti SA, è presidente della Camera di Commercio del Canton Ticino.

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15 Aprile 2024

La ceramica è solo un punto di partenza. «Mi aspetto cambiamenti epocali daAndrea Gehri, la ceramica è solo un punto di partenza «Mi aspetto cambiamenti epocali dal punto di vista della sostenibilità ambientale. I giovani? Non deve mancare loro il “fuoco sacro”». Che sia grazie alla lunga esperienza nell’azienda di cui è direttore, la Gehri Rivestimenti SA, o a quella dietro la scrivania principale della Camera di Commercio del Canton Ticino (Cc-Ti), di cui è invece Presidente, Andrea Gehri ha senza dubbio il polso della situazione economica di un territorio che storicamente regala numerose opportunità a livello imprenditoriale. Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo, per capire ancora meglio lo scenario presente e gli orizzonti futuri del Cantone. Partiamo dalla sua azienda, Gehri Rivestimenti: qual è la sua storia e quali sono le evoluzioni attuali e le prospettive legate a quello che verrà? L’azienda è stata fondata da mio padre nel 1970, io sono entrato nel 1986 e ora siamo alla terza generazione: in questi 54 anni ci siamo distinti nel settore dei rivestimenti senza limitarci alla ceramica ma portando le nostre competenze verso altri rami del mercato, come quelli legati alla pietra naturale. La nostra visione ci porta a compiere il nostro lavoro nel modo più specializzato possibile, con un’attenzione al cliente che parte dall’accoglienza nello showroom e passa poi per la consulenza e la scelta del prodotto, per la lavorazione del materiale e per la posa in opera, fino ad arrivare al servizio post-vendita. Il segreto del successo non sta nell’ampliare senza criterio il proprio raggio d’azione, ma individuare il proprio core business e svilupparlo al meglio, in chiave futura, con investimenti mirati. Noi, ad esempio, abbiamo un laboratorio con i più moderni macchinari per la lavorazione dei materiali, da quest’anno abbiamo anche una nuova fresa a cinque assi, completamente automatizzata, che lavora in modo autonomo sui disegni e sull’implementazione digitale. Continuare ad evolversi è fondamentale per distinguersi nel settore. Qual è la dimensione dell’azienda nel panorama del settore artigianale? Gehri Rivestimenti è un’azienda da circa ottanta dipendenti, se pensiamo che nel settore, in Svizzera, la media è di tre-cinque dipendenti è facile capire la portata della nostra realtà. Da una parte ciò ci rende orgogliosi, dall’altra ci porta davanti a responsabilità sempre più grandi e a una gestione inevitabilmente più complessa. Il focus però resta l’identità artigianale, una qualità che sviluppiamo con passione, competenza e capacità di poter realizzare opere con le proprie mani. Quali sono i trend del momento e gli sviluppi futuri del settore? Sulle tendenze del momento influiscono non poco le evoluzioni del settore: basti pensare al fatto che fino a pochi anni fa una ceramica da 30x60 centimetri era considerata di grande formato, mentre oggi lavoriamo con ceramiche da 320x160! Difficile dire dove si arriverà, ma le ultime innovazioni, soprattutto a livello tecnologico, consentono di legarsi alle tendenze stilistiche del momento e di creare opere di enorme pregio che non hanno nulla da invidiare, ad esempio, al marmo o al legno. Non a caso va molto di moda l’imitazione di pietre naturali di grande valore, come il marmo Calacatta tipico di Carrara: con la ceramica si possono creare rivestimenti eccezionalmente simili. Per quel che riguarda il futuro, invece, mi aspetto cambiamenti epocali dal punto di vista della sostenibilità ambientale: si va verso impianti a impatto zero, capaci ad esempio di sfruttare le proprietà dell’idrogeno per non produrre le emissioni inquinanti, e più in generale verso un’industrializzazione sempre più sensibile alla questione ambientale. Allargando il discorso al futuro del mondo dell’impresa, come descrive le prospettive in tal senso, parlando da Presidente della Cc-Ti? Le nuove generazioni sono sempre più sensibili a temi ambientali e sociali, noi che siamo arrivati prima dobbiamo saper accogliere le loro richieste. Si parla tanto della prospettiva di non avere più manodopera qualificata, per fare un esempio: per evitare difficoltà dobbiamo capire le esigenze delle persone che si affacciano al mondo del lavoro, cogliendo il cambiamento globale di mentalità e adottando misure specifiche. I giovani, al giorno d’oggi, hanno sicuramente delle priorità diverse e forse – lo dico non in senso negativo, ma come semplice constatazione personale – tendono a rischiare un po’ meno dal punto di vista imprenditoriale. È chiaro che si tratti di un discorso generale, dobbiamo comunque considerare che ricchezza del nostro panorama economico sta proprio nella possibilità di coniugare mentalità più tradizionali e il pensiero attuale. Fare impresa presuppone in ogni caso forte motivazione, capacità di affrontare varie problematiche, preparazione nel settore in cui si investono tempo e denaro. Come Camera di Commercio stiamo lavorando molto in tal senso, oggi come in passato le opportunità ci sono, ma ci vuole estrema determinazione per avere successo. Il cosiddetto “fuoco sacro” non deve mancare. Da sempre il Ticino è terreno fertile per opportunità d’impresa: quanto stanno pesando, però, i momenti di crisi economica a livello globale? L’economia del Ticino continua a funzionare, d’altra parte stiamo parlando di una regione di 354mila abitanti che dà lavoro a 240mila persone, una percentuale elevatissima. La nostra economia è estremamente differenziata e agile, e ha saputo resistere all’impatto della pandemia, all’aumento dell’inflazione e alle conseguenze degli eventi bellici in Ucraina e Medio Oriente. Le aziende ticinesi hanno reagito in modo compatto, trovando soluzioni e spingendo sull’innovazione: questa è una chiave importante per resistere a periodi di crisi prolungata come quelli che il mondo vive attualmente, perché non dobbiamo dimenticare che dal 2020 in poi si sono susseguiti eventi negativi anche molto vicini che hanno avuto il loro impatto, in alcuni casi molto pesante, sull’economia non solo del Ticino e della Svizzera, ma di tutto il mondo. Alla luce di tutto ciò, che consiglio darebbe a chi vuole fare impresa? Semplice: chi fa impresa deve poter partire da un sogno e tramutarlo in realtà, con passione e determinazione! Articolo tratto da l punto di vista della sostenibilità ambientale. I giovani? Non deve mancare loro il “fuoco sacro”».


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